TITOLO DEL MESE GENNAIO-FEBBRAIO 2025: “L’ANSIA DEL COLIBRI” di Thomas Leoncini, (26 Settembre 2023), pag. 212, Casa Editrice: Sperling & Kupfer. Prezzo: 17.00 euro. 

Perché leggere questo libro? Thomas Leoncini, psicologo, scrittore e giornalista, con questo libro cerca di insegnarci a familiarizzare con l’ansia, non una nostra nemica, ma il meccanismo di difesa più nobile e sofisticato che abbiamo. Qual è il significato profondo dell’ansia, perché talora ci sentiamo travolti da questa sensazione che può sfociare nell’angoscia? È un bene o un male provare ansia? L’autore offre la sua risposta a queste domande portando come esempio il colibrì, l’uccello che ha in sé tutte le caratteristiche fisiche e fisiologiche per rappresentare quello che noi interpretiamo come stato ansioso, ma che riesce a mantenersi in vita proprio grazie al suo movimento frenetico. L’analisi parte dall’inconscio, esplorando il mondo dei sogni, dei desideri, dei rapporti madri/padri/figli, spaziando tra archetipi, simboli e immagini, cercando d’interpretare l’alfabeto dell’anima.

L’Ansia del Colibrì è un libro che parla dell’A.N.S.I.A., cinque lettere che si prestano ad un acronimo “Ancora Non So Interpretarmi Abbastanza”.  Etimologicamente parlando, il termine “ansia” coincide col latino “anxia” e deriva dal verbo “ango” che significa “stringere-soffocare” ed è questa la parola che conosciamo, angosciosa per sua stessa definizione. Secondo l’autore, Il colibrì vive grazie alla sua ansia; infatti, per poter restare fermo in aria e succhiare il nettare dei fiori di cui si nutre, deve compiere uno sforzo immane e muovere le proprie ali circa 90 volte al secondo. Metaforicamente, se è quest’ansia di vita a tenere in vita il colibrì, è la stessa ansia che ci pervade, che ci permette di alimentare, di dare nuova linfa alla nostra vita. Secondo l’autore, l’ansia rappresenta un segnale del nostro inconscio per dirci che qualcosa non va, che è ora di fermarsi, ascoltarsi, indagare quale sia il problema che l’ha generata, per cercare di risolverlo, per ripartire. Non è l’ansia a farci paura, ma i sintomi che il nostro corpo produce quando l’ansia arriva. L’ansia genera la paura dell’ignoto, dell’alieno, perché il nostro corpo non riconosce l’ansia come parte di noi stessi. Non è l’ansia la responsabile del nostro malessere, ma il difetto di comunicazione tra il nostro mondo interiore e quello esteriore. L’unico modo per far cessare i sintomi ansiosi è ristabilire una corretta comunicazione tra il dentro e il fuori. L’ansia non va temuta o combattuta, va indagata nel nostro profondo, in un percorso interiore di comprensione e consapevolezza. L’ansia, in questo modo, non sarà una nemica, ma un’alleata e può diventare la nostra spinta creativa per sfruttare l’enorme potenziale di cambiamento che portiamo dentro di noi. Alla fine del libro, l’autore propone una parte pratica, con il test dei 13 archetipi, per aiutarci a capire quali siano più attivi in noi e quale ansia rappresentino.